Assieme per un’attività sportiva salutare, leale e rispettosa.

1 Adottare lo stesso comportamento nei confronti di ogni persona e di ogni nostro socio.

La nazionalità, l’età, il sesso, le preferenze sessuali, l’appartenenza sociale, l’orientamento politico e religioso non sono elementi pregiudizievoli e non comportano esclusione alle nostre attività.

2 Armonizzare l’attività sportiva e la vita sociale.

Rendere compatibili le esigenze dell’allenamento e della competizione con la formazione, il lavoro e la famiglia onde evitare sovraccarico a tutti i partecipanti.

3 Promuovere la responsabilità individuale e collettiva.

Le sportive e gli sportivi sono coinvolti nelle decisioni che li riguardano e hanno il diritto di richiedere il dialogo con dirigenti, allenatori e monitori quando lo ritengono opportuno.

4 Incoraggiare e motivare rispettosamente senza esagerare.

Le misure adottate per raggiungere gli obiettivi sportivi non ledono né l’integrità fisica né l’integrità morale delle sportive e degli sportivi.

5 Educare alla lealtà e al rispetto dell’ambiente, soprattutto, nel nostro caso, al risparmio e alla tutela dell’acqua.

Il rispetto contraddistingue la condotta da adottare nei confronti del prossimo e della natura.

6 Opporsi alla violenza, allo sfruttamento ed alle molestie sessuali.

Fare della prevenzione senza falsi tabù: essere vigilanti, sensibilizzare ed intervenire in maniera adeguata.

7 Rifiutare il doping e gli stupefacenti.

Informare efficacemente, e nel caso di un’infrazione intervenire senza esitare.

Spiegazioni ai sette principi etici nello sport:

Primo principio etico nello sport – Adottare lo stesso comportamento nei confronti di ogni persona e di ogni nostro socio.

Adottare lo stesso comportamento nei confronti di ogni persona significa che la nazionalità, l’età, il sesso, le preferenze sessuali, l’appartenenza sociale, l’orientamento politico e religioso non sono elementi pregiudizievoli. Cosa significa concretamente, “parità di trattamento” nello sport?
Gli sportivi sono persone di ogni età, provenienza e ceto sociale. Nessuno di questi fattori deve diventare motivo di discriminazione, mobbing, derisione, esclusione, violenza o altri atteggiamenti irresponsabili. Gli obiettivi sportivi sono formulati individualmente, prendendo in considerazione la volontà e la capacità di ognuno ad impegnarsi e a fornire delle prestazioni. In misura ridotta, questo vale pure nello sport di prestazione, dove gli obiettivi personali devono concordare con quelli della Federazione. La competenza sociale dei responsabili e la loro capacità a tessere legami fondati sul rispetto favorisce la collegialità e il senso di solidarietà.

Secondo principio etico nello sport – Armonizzare l’attività sportiva e la vita sociale.

Armonizzare l’attività sportiva e la vita sociale significa rendere compatibili le esigenze dell’allenamento e della competizione con la formazione, il lavoro e la famiglia. L’importanza dell’ambiente sociale è innegabile, ma cosa significa esattamente?
Per molti sportivi, che non seguono allenamenti intensivi a livello di sport di prestazione, il tempo dedicato alla pratica di una disciplina sportiva (allenamenti e gare) s’aggiunge a quello investito in numerose altre attività della vita quotidiana. I giovani frequentano ancora la scuola dell’obbligo, svolgono un apprendistato o studiano, gli adulti sono impegnati a livello professionale o famigliare e le persone anziane sono in pensione. È necessario che le numerose esigenze che tutti questi ambiti e tappe della vita richiedono siano prese in considerazione anche a livello sportivo. Da una parte, i responsabili sportivi devono cercare di ravvivare costantemente l’entusiasmo nei confronti dell’attività fisica praticata, assistere al meglio gli atleti ed incoraggiarli. Dall’altra, devono comunicare a sufficienza con gli sportivi, cercando di individuare per tempo le difficoltà che essi potrebbero incontrare in altri ambiti. Di fronte a situazioni di questo tipo, la miglior cosa da fare è affrontare l’argomento apertamente con la persona interessata aiutandola a risolvere gli eventuali conflitti. La divisione Career Services di Swiss Olympic offre, agli atleti di punta interessati, sostegno e consigli sul modo migliore di pianificare la propria carriera e di conciliare la vita scolastica e professionale con quella sportiva.

Terzo principio etico nello sport – Responsabilità individuale e collettiva

Promuovere la responsabilità individuale e collettiva significa che le sportive e gli sportivi sono coinvolti nelle decisioni che li riguardano. La responsabilità individuale appartiene allo sport come pure quella collettiva.
Responsabili sportivi e atleti sono partner alla pari quando si tratta di organizzare e costruire gli allenamenti e di partecipare alle competizioni. Nella misura del possibile, gli atleti vanno coinvolti costantemente nelle decisioni che li riguardano. Lo stesso discorso vale pure per gli sportivi minorenni, assistiti nella fattispecie dai genitori e dai monitori/allenatori. Nello sport giovanile di competizione, è importante riuscire a conciliare accuratamente le esigenze sportive con i bisogni particolari dei bambini e dei giovani. La partecipazione alle decisioni e la responsabilità individuale valgono anche in ambito di assistenza medica. Per riuscire ad assumersi le proprie responsabilità, uno sportivo deve essere informato a sufficienza e approvare le misure proposte.

Quarto principio etico nello sport – Incoraggiare e motivare rispettosamente senza esagerare.

Incoraggiare rispettosamente senza esagerare significa che le misure adottate per raggiungere gli obiettivi sportivi non ledono né l’integrità fisica né l’integrità morale delle sportive e degli sportivi. Incoraggiamento ed esigenze vanno di pari passo ma cosa succede quando si esagera?
Fondamentalmente non si possono esortare gli sportivi a raggiungere degli obiettivi e a fornire delle prestazioni che li umiliano e ledono la loro integrità fisica o psichica. Per i responsabili sportivi rispettare gli atleti vuol dire accettare le loro decisioni, anche se non le condividono o le considerano sbagliate. Incoraggiare rispettosamente significa evitare pretese eccessive nei confronti degli atleti e atteggiamenti che potrebbero spegnere l’entusiasmo nei confronti dello sport e compromettere il piacere di partecipare agli allenamenti e alle gare.

Quinto principio etico nello sport – Educare alla lealtà e al rispetto dell’ambiente soprattutto, nel nostro caso, al risparmio e alla tutela dell’acqua.

Tutti parlano di lealtà, ma che cos’è concretamente? E cosa pensa in proposito uno scrittore calciatore?
I responsabili sportivi assumono un ruolo d’esempio importante per esortare gli atleti ad adottare atteggiamenti sociali e corretti. Una persona che dà il buon esempio mette in pratica concretamente le convinzioni che difende e assume il comportamento che si aspetta adottino gli altri. In allenamento e in gara non bisogna evidenziare e ricompensare soltanto le prestazioni sportive, bensì anche i comportamenti leali e le dimostrazioni di rispetto. Lo sport, in qualità di esperienza di gruppo che permette di scoprire le proprie capacità e i propri limiti, non si fonda unicamente sulla responsabilità individuale di chi lo pratica, ma anche su principi quali la solidarietà e la coabitazione responsabile. Adottare un comportamento corretto nello sport significa, oltre a dar prova di responsabilità nei confronti del prossimo, anche rispettare la natura. ecosport.ch punta ad introdurre standard elevati in ambito di manifestazioni sportive e ambiente. Al sito www.ecosport.ch gli organizzatori di eventi sportivi, i tifosi e le autorità che si occupano di rilasciare le licenze trovano consigli e suggerimenti unificati e facili da mettere in pratica sul modo di organizzare manifestazioni ecologiche e economiche e nel caso del nostro Network, che si occupa per lo più di sport acquatici, è importantissimo che bambini e ragazzi, vengano sensibilizzati da monitori e allenatori sull’importanza della tutela e rispetto dell’acqua in ogni sua forma in natura e non, con divulgazione di decaloghi, illustrazioni e giochi che possano facilitare un’apprendimento migliore e consolidato.

Sesto principio etico nello sport – Opporsi alla violenza, allo sfruttamento ed alle molestie sessuali.

Fare della prevenzione senza falsi tabù significa essere vigilanti, sensibilizzare ed intervenire in maniera adeguata con formazioni interne con tutti i monitori e lo staff dirigenziale. Parlare liberamente e dare l’opportunità a tutti di esprimere eventuali disagi. La violenza non è concepita nella nostra filosofia acquatica. I ragazzi devono essere educati a “combattere” per l’affermazione dei propri obiettivi che non devono essere a discapito di nessun altro/a.

Settimo principio etico – Rifiutare il doping e gli stupefacenti.

Informare efficacemente ogni allievo e soprattutto ogni atleta e nel caso di un’infrazione intervenire senza esitare. Capire le motivazioni del gesto e rieducare l’atleta.